L'idroestrazione Pag.28

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Scopo della lavorazione

L’idroestrazione (che è più conveniente meccanica anziché per riscaldamento) viene praticata:
prima di asciugare definitivamente il tessuto;
nelle pause tra i vari processi ad umido, in particolare dopo lavaggio e tintura.

Tecnologia ed esecuzione della lavorazione

Trattandosi di una macchina che non lavora in continuo e comporta tempi morti di produttività, l’idroestrattore
in cesto è sempre meno usato e sostituito dallo spremitore in largo.
L’idroestrattore in cesto (vedi figura A) è composto da:
un cesto cilindrico in acciaio inox
(vedi figura B, punto 1), chiuso alla base e forato
nella circonferenza per quasi tutta l’altezza.
Nel “caricare” il cesto attenzione a distribuire bene
il peso per evitare pericolosi sbilanciamenti.
Il cesto ruota su un perno centrale (fig. B, 2)
azionato da un motore elettrico (fig. B, 3)
ad una velocità che, a seconda della capacità
e del diametro, varia da 800
a 1500 giri al minuto.
Tutto il gruppo rotante
è avvolto per protezione,
da un carter di metallo
(fig. B, 4) munito
di coperchio (fig. B, 5).

L’albero motore è dotato
di frizione (fig. B, 6) che
trasmette velocità al cesto
progressivamente.
Il tessuto, compresso dalla forza centrifuga contro la parete forata, perde percentuali di acqua variabili,
in base al tipo di tessuto, dal 65 al 70%.
L’acqua fuoriesce dai fori, raccolta dal carter e scaricata fuori attraverso un condotto (fig. B, 7).
Un freno (fig. B, 8) che agisce alla base del perno, arresta il cesto a centrifugazione completata.
Dispositivi di sicurezza provocano l’interruzione della corrente al motore a sportello aperto o l’apertura
dello stesso a rotazione del cesto in corso.

LA SPREMITURA IN LARGO (FOULARD)

Rispetto all’idroestrazione in cesto, questa lavorazione in continuo lascia nelle pezze un 10-15% di
acqua in più ma elimina i tempi morti ed offre una produttività superiore, fino a 30-35 metri al minuto.
È inoltre indispensabile per tessuti delicati soggetti a pieghe.
La macchina è alimentata con tessuto affaldato su bancali oppure direttamente dall’apricorda.
Il tessuto passa:
da un gruppo tenditore
(vedi figura C, punto 1);
nella vaschetta (fig. C, 6);
su un cilindro con
scanalature elicoidali
(fig. C, 4) divergenti verso
i lati, che ruota in senso
contrario all’avanzamento
del tessuto per allargarlo
e spianarlo;

tra due cilindri spremitori,
di cui il superiore
(fig. C, 2) è mobile e preme
sul sottostante cilindro fisso
(fig. C, 5), assicurando una
perfetta uniformità di spremitura.
Prima dei cilindri spremitori si trova un riparo antiinfortuni (fig. C, 3).
Alla fermata della macchina, per evitare danni ai cilindri spremitori, un dispositivo a tempo ne scarica
automaticamente la pressione.
In base alle esigenze lo scarico del tessuto dalla macchina può essere effettuato: su rulli (fig. C, 8)
oppure a falde (fig. C, 7), poiché di solito la macchina dispone di entrambi i sistemi di scarico.
L’operatore deve attenersi ai dati di lavorazione definiti, in base alla scheda di processo.

L‘IDROESTRAZIONE PER ASPIRAZIONE

Adottata per tutti i tipi di tessuto che mal sopportano le pressioni dei cilindri o l’azione della centrifuga.
L’aspirazione avviene lungo una fenditura sulla macchina sulla quale scorre il tessuto in largo.
Ovviamente questa aspirazione è molto energica per ottenere una sufficiente estrazione di acqua,
che viene poi scaricata automaticamente.

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